La visione econosostenibile dell’azienda attraverso un processo sperimentale e virtuoso durato tre anni.
Palermo, aprile 2017 – Il 2016 è stato l’anno della svolta per Baglio di Pianetto. L’azienda, infatti, completando un percorso triennale di conversione al biologico dell’intera superficie vitata (circa 160 ha) delle proprie tenute, ha messo in commercio i primi vini bio, a cominciare dai bianchi che saranno presentati al Vinitaly 2017. Occasione, il Vinitaly, dove saranno presenti anche altri due nuovi vini che esprimono la visione Natural dell’azienda, i Natyr, la cui sperimentazione in cantina è cominciata con la vendemmia 2013 (parallelamente alla conversione al biologico) sulle varietà di Insolia e Petit Verdot: “Uve vinificate in purezza e in sottrazione, evitando l’uso di qualsiasi coadiuvante biotecnologico” – spiega l’AD dell’azienda, Renato De Bartoli – “Le nostre, sono state scelte tecniche ed enologiche che hanno esaltato i valori naturali della vocazione delle varietà e del loro suolo di appartenenza”.
Due varietà, una autoctona e una internazionale, scelte proprio per la loro affinità elettiva col territorio della tenuta di Pianetto, a Santa Cristina Gela. In quel contesto pedoclimatico, questi due vitigni beneficiano sia di grandi escursioni termiche, grazie all’altitudine di circa 650 mt. s.l.m, che della ricchezza mineraria di un suolo particolarmente argilloso: “Caratteristiche pedoclimatiche uniche” – continua De Bartoli – “E particolarmente adatte a entrambe le varietà, le quali hanno risposto con risultati sorprendenti”. Come, per esempio, la bassissima quantità di solfiti, tutti non aggiunti, infinitamente al di sotto di quella consentita dalle normative.
Natyr Inzolia.
L’Insolia è la varietà autoctona per eccellenza di Pianetto: secolare, la storia che ne attesta la sua presenza. Qui, i profili acidi che donano freschezza e integrità aromatica all’uva rendono i suoi valori organolettici complessi e con una forte identità. Una personalità distintiva che si afferma rispetto alle altre Inzolia coltivate in altre zone dell’isola. Un’identità naturale, che comincia dalla raccolta manuale dei grappoli, passando per la fermentazione spontanea sulle bucce e l’utilizzo esclusivo di lieviti autoctoni. Non è necessaria alcuna aggiunta di solfiti, e il vino che nasce ha grande spessore e complessità aromatica, impreziosita da un affinamento di due anni sui lieviti. Sensorialmente, si distingue per il color giallo paglierino intenso, e per i sentori di camomilla, agrumi canditi e terziari legati all’evoluzione del vino stesso. Gli abbinamenti più adatti sono quelli con i piatti a base di tonno o altri pesci grassi; zuppe di pesce, formaggi freschi di capra o formaggi mediamente stagionati ed erborinati.
Natyr Petit Verdot:
Forse la più inaspettata tra le varietà alloctone presenti a Pianetto, è quella che invece ne esalta maggiormente la vocazione continentale. L’uva – che viene raccolta a chiusura della vendemmia a ottobre inoltrato – è un frutto maturo ricco di polifenoli e acidità, due conservanti naturali che, nel tempo, esaltano la complessità del vino: per questo il Conte Marzotto ha scelto di impiantare questa varietà così particolare. Come per l’Insolia, la raccolta è manuale e la fermentazione avviene in macerazione spontanea; i lieviti utilizzati sono autoctoni e non vi è alcuna aggiunta di solfiti. Ne nasce un vino di grande ricchezza polifenolica e dal color rosso rubino impenetrabile, con una complessità aromatica caratterizzata da sentori di confettura di frutti rossi e terziari legati, come per il Natyr Inzolia, all’evoluzione del vino stesso. Di grande struttura e persistenza, il Natyr Petit Verdot è consigliato in abbinamento con carni rosse alla griglia e formaggi stagionati.